

LASCIATI COINVOLGERE
Si è costituita a Campobasso il giorno 21 agosto 2014, l’associazione denominata Moli.G.A.V. che annovera al suo interno le aspiranti Guardie Ambientali Volontarie della Regione Molise.
Molise.
Terra dai forti valori, dalle grandi tradizioni.
Terra dove il mare incontra la montagna in un abbraccio di dolci declivi.
Piccola enclave di benessere e riscoperta di valori, dove si possono intravedere ancora scorci di altri tempi, quadri di vita imperituri passati attraverso la modernitá, da essa arricchiti, ma mai intaccati.
Questo è il nostro Molise.
Terra di tutti e di nessuno, dove le persone credono ancora nell’unione degli intenti, e nella forza delle idee, quelle vere, concrete, quelle che si trasformano in progetti.
Ed è in questo meraviglioso contesto che nasce la nostra associazione, Moli.G.A.V., perché la salvaguardia di certi luoghi, di certe tradizioni e la voglia di farne un marchio di qualità, di esportarli, di farli conoscere oltre che di implementarli è il dictac della nostra organizzazione.
Ed è con passione, amore, professionalità, dedizione, impegno che cerchiamo di assolvere questo compito, cercando i modi migliori e più giusti per dare al nostro territorio la spinta che serve a restare esattamente così com'è pur condendolo di strumenti e opzioni per un ingresso nella modernità ed una permanenza nel futuro che gli permettano di mostrarsi in tutto lo splendore ed il fulgore che lo caratterizzano.
Il Molise.
Terra di cuore e di passione
Presidente Moli.G.A.V.
Mariangela Di Biase
LETTERA APERTA


(ANSA) – CAMPOBASSO, 13 AGO – Definito il calendario venatorio 2014-2015 che ha anche ricevuto il parere preventivo dalla Giunta regionale. Il documento stabilisce che in Molise la stagione della caccia inizierà il 21 settembre e terminerà il 31 gennaio 2015. Nelle Zone di protezione speciale, anche se ricadenti all’interno di Aziende agrituristico venatorie e faunistico venatorie, l’attività non potrà iniziare prima del 1/o ottobre con eccezione della caccia agli ungulati.
Torna il GREEN DAY MOLISE organizzato dall'associazione Ambiente Basso Molise.
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tel.3397517592 oppure ambientebm@gmail.com

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“In natura, il materiale (genomico) ridondante non è quasi mai 'garbage', cioè rifiuti che si buttano via, ma quasi sempre 'junk', cianfrusaglie o ferrivecchi pronti a essere reinterpretati e riutilizzati. Il riuso non è una strategia marginale, ma una strada maestra dell'evoluzione biologica.”
STEPHEN JAY GOULD
Geografia del Molise
(tratto da Carta Forestale della Regione Molise, 2011)
La regione Molise si estende per 443.758 ha con altitudini che vanno dal livello del mare (la regione infatti è bagnata a est dal Mar Adriatico), a 2050m s.l.m. del Monte Miletto, sul massiccio appenninico del Matese. E’ una regione prevalentemente montuosa: comprende 136 comuni, dei quali 111 totalmente montani e 12 parzialmente, per un totale di 349.149 ha di territorio montano, equivalente al 78.68% della superficie dell’intera regione.
Il territorio regionale corrisponde a grandi linee all’antico Sannio; l’odierna denominazione, invece è di epoca medioevale e corrisponde a quella di un piccolo centro fortificato situato in prossimità di Campobasso. Tra il XI e il XII secolo, il ducato del Molise era già solidamente attestato.
Il territorio del Molise si estende dalla costa adriatica al crinale appenninico, spingendosi per un buon tratto anche sul versante tirrenico, in quanto comprende gli alti bacini imbriferi del Volturno e del Tammaro. I confini quindi sono quasi tutti artificiali, dovuti per lo più a complesse vicende feudali e amministrative; limiti non convenzionali sono i corsi d’acqua del Trigno, che segna il confine con l’Abruzzo, il Fortore che delimita il confine sud est con la Puglia e i massicci calcarei della Meta, delle Mainarde e del Matese che lo dividono amministrativamente dal Lazio e dalla Campania.
I rilievi appenninici, costituiti in prevalenza da rocce mioceniche, ma anche cretaciche e giurassiche, presentano l’orientamento generale dell’appennino abruzzese, di cui però non ripetono la disposizione a catene parallele, ma offrono un andamento piuttosto irregolare. Procedendo verso l’adriatico, si succedono ondulazioni subappenniniche, dai profili arrotondati, costituiti prevalentemente da arenarie ed argille plioceniche, soggetti a frequenti fenomenti di erosione. Il paesaggio collinare si attenua mano a mano che ci si avvicina al mare.
Nelle zone montuose ed alto collinari è concentrata la gran parte dei boschi, la cui estensione è favorita dalle caratteristiche fisiografiche dell’area. La porzione basso-collinare del territorio che dal Mar Adriatico arriva all’invaso di Guardialfiera (Basso Molise), ospita attualmente solo rade boscaglie; infatti le foreste igrofile sopravvissute all’intensa opera di bonifica attuata in regione, sono oramai scomparse o sono state ridotte a piccoli lembi (bosco Ramitelli, bosco Tanassi).

28/03/2014 - MOLISE, LAZIO E ABRUZZO FIRMANO PATTO PER SALVARE ORSO MARSICANO
Le Regioni Molise, Abruzzo e Lazio e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise hanno firmato un protocollo d’intesa per salvare l’orso marsicano. «Un patto fra le istituzioni per salvare l’Orso Marsicano» lo ha definito il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, per il quale «Difendere una specie come l’Orso Marsicano significa non solo proteggere un animale a rischio di estinzione, ma anche difendere un simbolo di quella biodiversità preziosa di cui l’Italia è ricca. E il fatto che tutte le istituzioni pubbliche interessate assumano la responsabilità condivisa di questo impegno è un segnale dell’attenzione che vogliamo dedicare al sistema delle aree protette, che dalla tutela e valorizzazione delle sue straordinarie bellezze naturalistiche può trarre ulteriori chance per un futuro sostenibile e di benessere».
Nel protocollo sono elencati gli impegni che i sottoscrittori hanno concordato di portare avanti per dare risposte concrete e congiunte alla conservazione dell’orso marsicano, la specie più minacciata dal rischio di estinzione. Per accelerare i procedimenti regionali di adozione del piano del Parco; promuovere tutte le misure ad hoc per ridurre la mortalità causata da incidenti stradali; incentivare le azioni di prevenzione per contrastare i problemi sanitari; limitare gli impatti della caccia; gestire in modo coordinato la lotta al bracconaggio, anche potenziando il ricorso ai cani antiveleno. Il Protocollo è stato firmato dall’assessore alla Pianificazione, tutela e valorizzazione del territorio della Regione Abruzzo Gianfranco Giuliante, dal direttore generale della Giunta Regionale del Molise Marco Di Mirco, dal direttore dell’Agenzia regionale per i parchi del Lazio Vito Consoli e dal presidente del Parco nazionale d’Abruzzo, Antonio Carrara. Per il ministero dell’Ambiente ha firmato il responsabile della Direzione per la Protezione della natura, Renato Grimaldi.
Numerose sono le emergenze storico culturali; spesso le vallate boscate sono solcate da secolari tratturi, come segno tangibile della colonizzazione del territorio in epoche ormai remote, ovvero fino dall'epoca preromana. Il complesso archeologico di Pietrabbondante costituisce la più cospicua testimonianza del Sannio preromano.
Particolarmente interessante sotto l’aspetto paesaggistico complessivo, il fenomeno della ricolonizzazione spontanea dei terreni abbandonati, causato dal progressivo processo di spopolamento delle campagne e dall’abbandono delle tradizionali pratiche agricole e pastorali. In molti casi la copertura vegetazionale si è evoluta naturalmente verso formazioni di boscaglie e talvolta addirittura veri e propri boschi a struttura irregolare, con un processo ancora più accentuato nell’Alto Molise piuttosto che nel resto della regione, a causa delle particolari condizioni morfologiche e altitudinali. Sugli ex coltivi e pascoli si sono così innescati dei processi di riconquista da parte della vegetazione naturale potenziale a favore soprattutto dei querceti.
A parte la vocazione forestale, le altre attività antropiche presenti nel territorio sono sostanzialmente quella pastorale ed agricola .
L’esercizio del pascolo, nonostante sia ad oggi in leggera flessione, rappresenta una delle poche attività delle zone di alta montagna ed ha lasciato segni discreti nella realizzazione di piccole opere di sussistenza procurando evidenti trasformazioni a livello di paesaggio e di ambiente agrario e forestale.
La regione rientra nel novero delle aree depresse del sud peninsulare, povero di attività industriali, con elevata disoccupazione e scarsità di risorse ed iniziative. Le tradizionali attività (agricoltura e pastorizia), assorbono ancora il 18% della forza lavoro. Poco sviluppato è anche il turismo.
L’agricoltura è scarsamente meccanizzata, si producono cereali, olio e prodotti orticoli, ma si tratta per lo più di un’agricoltura di sussistenza. L’industria è spesso legata alle locali tradizioni artigianali; l’edilizia e l’artigianato infatti prevalgono sulle attività manifatturiere.
![]() Lago di Occhito | ![]() Altilia |
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![]() Lago di Guardialfiera | ![]() Biancone e Cicogna |
![]() Termoli | ![]() trabucco |
![]() Campitello Matese | ![]() Stipa austroitalica Martinovský |
![]() Paesaggio collinare | ![]() Nibbio reale |
![]() | ![]() Castello Monforte |
Sebbene un numero sempre maggiore di cittadini ritenga di essere ben informato sull’ambiente in generale, il 39% sente il bisogno di saperne di più circa l’impatto che le sostanze chimiche utilizzate nei prodotti di uso quotidiano hanno sulla salute.Un numero sempre crescente di intervistati (59%) ritiene che, per misurare i progressi nei rispettivi paesi, i fattori sociali e ambientali dovrebbero essere considerati importanti tanto quanto i criteri economici. In relazione alla spesa e agli investimenti delle amministrazioni pubbliche nazionali, il 59% degli intervistati è del parere che queste ultime dovrebbero tenere in maggior conto l’ambiente rispetto ai costi.
Una significativa maggioranza ha la sensazione che si possa fare di più per proteggere l’ambiente. Il 77% considera che le grandi imprese e l’industria non si stiano impegnando a sufficienza; il 70% è della stessa opinione riguardo a chi governa il loro paese, mentre il 65% ritiene che anche i cittadini possano fare di più. La priorità identificate per i cittadini che desiderino tutelare l’ambiente sono: separare i rifiuti da riciclare (54%), ridurre il consumo di energia domestica (39%) e utilizzare i trasporti pubblici (39%).
Il 77% dei cittadini dell’Unione concorda nel ritenere che la normativa ambientale europea sia necessaria per proteggere l’ambiente nel loro paese; sei su dieci pensano che le decisioni in materia ambientale dovrebbero essere adottate congiuntamente all’interno dell’UE. Il 79% crede inoltre che l’UE dovrebbe poter verificare che le disposizioni legislative in materia di ambiente siano effettivamente applicate in modo corretto nel proprio paese di appartenenza. L’84% vuole che una quota maggiore dei finanziamenti UE siano destinati a sostenere attività rispettose dell’ambiente. Inoltre, la maggior parte dei cittadini (56%) auspica un impegno ancora maggiore da parte dell’UE per la protezione dell’ambiente.
L’indagine di Eurobarometro è disponibile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/public_opinion/index_en.htm
Tutela dell’ambiente: importante per la maggioranza dei cittadini europei (da Ambiente Plus, pubblicato l' 8 settembre 2014)
Tutela dell’ambiente: importante per la maggioranza dei cittadini europei
A tre anni dall’ultimo sondaggio Eurobarometro su questo argomento, una grande percentuale degli intervistati è dell’opinione che un uso efficiente delle risorse naturali (79%) e la tutela dell’ambiente (74%) possano stimolare la crescita. Se l’80% di loro ritiene che l’economia incida sulla qualità della vita, il 75% pensa che anche lo stato dell’ambiente abbia un impatto analogo e il 77% dei cittadini dell’UE crede che i problemi ambientali si ripercuotano direttamente sulla loro vita quotidiana. La maggior preoccupazione è destata dall’inquinamento – in primo luogo dell’aria (56%) e dell’acqua (50%) – accanto alla produzione di rifiuti e all’esaurimento delle risorse naturali.

Rispetto al 2011, sempre più cittadini (75%) dichiarano di essere pronti ad acquistare prodotti rispettosi dell’ambiente, anche se ciò comporta costi leggermente più elevati. La stragrande maggioranza (93%) ritiene che i grandi inquinatori debbano risarcire i danni ambientali causati. L’introduzione di sanzioni più pesanti per i trasgressori è considerata il modo più efficace di affrontare i problemi ambientali.
L’85% degli europei reputa di avere un ruolo da svolgere nella protezione dell’ambiente e la maggior parte ha cominciato a comportarsi e ad agire di conseguenza; le tre attività più diffuse risultano essere la separazione dei rifiuti destinati al riciclaggio (72%), nonché la riduzione del consumo energetico (52%) e del consumo idrico (37%).


